Lo splendore e l’ardore divino
non m’incenerisce, ma mi tempra,
mi purifica e sublima
e mi dilata il cuore,
così che vorrei stringere
nelle mie piccole braccia umane
tutte le creature per portarle a Dio.
E vorrei farmi cibo spirituale
per i miei fratelli che hanno fame e sete
di verità e di Dio;
vorrei vestire di Dio gli ignudi,
dare la luce di Dio ai ciechi
e ai bramosi di maggior luce,
aprire i cuori alle innumerevoli miserie umane
e farmi servo dei servi
distribuendo la mia vita
ai più indigenti e derelitti;
vorrei diventare lo stolto di Cristo
e vivere e morire
della stoltezza della carità
per i miei fratelli!
Amare sempre
e dare la vita cantando l’Amore!
Spogliarmi di tutto!
Seminare la carità lungo ogni sentiero;
seminare Dio in tutti i modi,
in tutti i solchi;
inabissarmi sempre
infinitamente
e volare sempre più alto
infinitamente,
cantando Gesù e la Santa Madonna
e non fermarmi mai.
Fare che i solchi
diventino luminosi di Dio;
diventare un uomo buono tra i miei fratelli;
abbassare, stendere sempre le mani e il cuore
a raccogliere pericolanti debolezze e miserie
e porle sull’altare,
perché in Dio diventino le forze di Dio
e grandezza di Dio.
Gesù è morto con le braccia aperte.
È Dio che si è abbassato e immolato
con le braccia aperte.
Carità! Voglio cantare la carità!
Avere una gran pietà per tutti!
Nel nome della Divina provvidenza“, Piemme, 1994, p. 99-100