L’Eucarestia

1.   A Te, o mio Signore Gesù, Dio-Uomo, Salvatore del Mondo, Crocifisso Redentore nostro, tutta la nostra adorazione e la povera nostra vita. (L II,473)

2.   Deve essere un tributo giornaliero di fede e di amore dei nostri poveri a Gesù, che è rimasto in mezzo a noi pel suo grande amore verso le anime nostre. Il Piccolo Cottolengo di Genova deve essere un vero Cenacolo ove si riceva Gesù Sacramentato, possibilmente da tutti, tutte le mattine. (L I,535)

3.   Se “Charitas Christi urget nos”, se è vero che l’amore o, meglio, la carità di Cristo ci incalza, come non saremo solleciti di farla ardere questa carità e di fecondarla andando noi a Gesù, e conducendo ogni giorno i nostri cari ricoverati alla fonte viva ed eterna della Carità stessa, che è l’Eucaristia? (L II,536)

4.   Spandete con pace e con amore nelle anime l’amore e la divozione alla SS.ma Eucaristia, ricordando a tutti la parola di Gesù: « Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue, sta in me ed Io in lui ». Vi è cosa migliore che rimanere noi nel Signore e il Signore in noi? Su, o carissimi, la carità di Cristo ci incalza! Charitas Christi urget nos! (L I,539)

5.   Quando negli Atti degli Apostoli si dice che quelli i quali accettavano la parola di San Pietro e degli altri erano battezzati, e che erano assidui nella comunione fraterna cioè alle riunioni comuni, aggiungendo pure che erano perseveranti nello spezzare del pane, si vuol dire il modo più antico di significare l’Eucaristia, e la frequenza della S. Comunione. (L I,536)

6.   Che da Te, o Gesù, Amore e Vita mia; da Te Crocifisso, o Signore mio; da Te Eucarestia, da Te Carità Infinita, da Te Capo e divina Misericordia, venga e copiosa si diffonda su di me peccatore e su tutti i miei fratelli: (L I,426)

7.   – si diffonda come la luce del sole che tu fai piovere sulla testa dei buoni e sulla testa dei cattivi: – come il sole e ancora e ancora e ancora più si diffonda su tutti l’onda della tua carità, che tutti ci purifichi e ci pervada e ci trasformi, onde, immersi in Te, o mio Dio, – in un oceano di carità ben più immenso che questo oceano, su cui vado navigando e donde a voi scrivo, in un oceano infinito di luce e di splendori, che ci farà ben più gloriosi che non i monti di Ermon e di Sion – cantiamo in eterno le misericordie del Signore, e siamo eternamente benedetti dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo! (L I,427)

8.   Il mio affetto in Gesù Cristo per voi, e per ciascuno di voi, trabocca, ed è indicibile la gioia che provo nell’affaticarmi con la divina grazia ad edificarvi e a corroborarvi nello spinto di Nostro Signore Gesù Cristo, e perché alimentati dalla Eucaristia, la quale è fonte e vincolo di unità della Chiesa e dei cuori nostri, perseveriate nella vocazione comune, come nella comune carità, come nella comune vita religiosa di preghiera, di lavoro, di sacrificio, per 1′ amore di Gesù Cristo benedetto (L I,404)

9.   Il Piccolo Cottolengo deve essere tutto e solo basato sulla SS.ma Eucaristia: non vi è altra base, non vi è altra vita, sia per noi che per i nostri cari poveri. Solo all’altare e alla mensa di quel Dio ché è umiltà e carità, noi impareremo a farci fanciulli e piccoli con i nostri poveri, e impareremo ad amarli come vuole il Signore.  Solamente così formeremo un solo cuore con Gesù e con i nostri fratelli, i poveri di Gesù. Non basta pensare a dare loro il pane materiale; prima del pane materiale dobbiamo pensare a dare loro il pane eterno di vita, che è l’Eucaristia.(L I,538)

10.  Riteniamo come perduto quel giorno nel quale nulla avremo fatto per infiammare le anime di divozione al SS. Sacramento.  La miglior carità che si può fare ad un’anima è di darle Gesù! E la più dolce consolazione che possiamo dare a Gesù è di dargli il possesso di un’anima. (L I,539)

11.  Offriamo, dunque, questo, anche questo così sentito sacrificio, sull’altare, ai piedi di Lui, che si è tutto sacrificato per noi, e a Lui chiediamo grazia di trasformare tutto in santo amore: ogni pena, ogni dolore, ogni sacrificio. (L II,244)

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