Poesia inedita di Dante alla Vergine

UNA CANZONE INEDITA DI DANTE ALIGHIERI SULL’ANNUNCIAZIONE

Una donzella umìle e dilettosa
sovra ogn’altra terrena,
chiara luce serena,
stava soletta pensando d’amore.
Come virtute in pietra prezïosa
portava nel cor pena,
et di tormenta piena
pensava d’ubidire a tal Signore.
E sì dato gli ave a la mente e ‘l core,
ch’Amor la riguardò da l’alto loco;
e ad infiammarla un poco
mandolle un suo messaggio assai diletto
lo qual così soletto
d’amor portolle una nobil salute.
Domandò: In qual virtute?
E le rispose a somiglianza, ch’ella
gli disse: I’ son d’amore una sua ancella.

Discese amore in sua sembianza umìle
per loco ove si posa,
per la mente pietosa,
entrò dentro dal cor di questa Ancella.
Come rugiada dall’aere sottile
che scende in sulla rosa,
poi diviene olitosa
per lo valor del sol che stà con ella;
così la gran virtù, Amor, di quella
produsse dolce et amoroso frutto
aulentissimo tutto
senza mancanza di sua puritade:
d’ardor di caritade
lo cui disio già mai non fu corrotto,
produsse frutto di tanta virtute
che basta a tutta l’umana salute.

Amore a cui convèn gridare Osanna,
Virtù d’ogni virtute,
che per nostra salute
degnasti giù venir da l’alto trono;
del tuo saper che sì fu dolce manna
tu le menti ài pasciute,
l’ìdole sorde e mute
ài rotte e fracassate più che tuono.
Di tua venuta non facesti suono:
quand’Egli amò si la virtù di quella
pura Virgo pulzella,
così tosto venisti al dolce petto,
Amor dolce diletto,
com’unicorno vène al grembo umìle
quando una pura Vergine l’appella:
così al cor gentil venisti forte
sapiendo che promesso t’era morte.

O buon Amor che l’mondo amasti tanto,
che l’tuo increato Figlio,
come fiorito giglio
tu producesti di novella pianta
in questa valle ch’è piena di pianto
(ond’io mi maraviglio
del tuo alto consiglio,
che ‘n lui discese umiltà cotanta,
che in una pura Virgo onesta e santa
si rinchiudette in piccioletto loco,
che tutto il ciel gli è poco,
e Colui onde muove ogni diletto
diventò pargoletto)
per tua benignità, tra dolce amore,
fanne amare a tutte ore
la Virgo Mater, te, Amore e Lui
che per suo amor degnò morir per noi.

O sommo Ben da cui ogn’altro è nato,
Beltà antica e novella,
sopra ogni cosa bella
dove noi te amar, tu noi amando;
chè ciò ch’Eva ne tolse per peccato,
la matutina Stella
ne ristorò, quand’ella
ne porse frutto si dolce gustando.
La divina bontà di noi membrando
mandonne giuso de l’empireo cielo,
Colomba senza fielo,
Quel Pellican che per la vita nostra
dè ‘l sangue di sua costa,
si che morendo nostra morte strusse,
e in vita ci ridusse,
grazia e mercè del tuo alto valore,
Bontà divina onde procede Amore.

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