1920 -2020 Centenario della presenza degli Eremiti di don Orione a S. Alberto di Butrio.
Quest’anno, del tutto particolare per diverse vicissitudini e non da meno anche per la pandemia che ha sconvolto le abitudini dell’Eremo, prima di tutto ringraziamo il Signore perché ha voluto concederci la grazia del dono della salute e far sì che la nostra piccola comunità fino ad oggi sia stata risparmiata da questa prova. Eccoci pronti a elevare al Cuore di Dio il nostro ringraziamento per questi 100 anni di presenza all’eremo millenario!… Cento lunghi anni ma ben poco tempo paragonati alla lunga storia dell’Eremo composta da ben nove secoli. Dal lontano 1073 quando Alberto lasciava questo esilio terreno per tornare al Padre, non tornava certo a mani vuote, è giunto fino a noi questo luogo di culto, di fede, di ritiro e di intimità con Dio, patrimonio che Alberto e i suoi primi seguaci ci hanno lasciato in eredità. Poi si sa, l’uomo è un abisso, un mistero a se stesso, e questo prezioso tesoro più che altro spirituale è stato abbandonato, dimenticato per secoli e lasciato in balia degli eventi che in certi casi sono stati ben peggiori di questa pandemia: nel 1800 l’antica abbazia, lontana dal suo splendore iniziale, pareva uno spettro di ambulacri rovinati e desolati.
Con don Orione riprende vita; egli venendo un giorno a piedi da San Ponzo con i suoi ragazzi da Tortona, sale fin quassù e tra i suoi ricordi ci perviene questa annotazione: “ S. Alberto è tutta una rovina che fa piangere il cuore!”. Poi il resto lo sappiamo soprattutto poichè facciamo parte di questa storia e di questo mistero. Don Orione il 30 luglio del 1899 grazie a Fra Colombano, Fra Gaetano e fra Vincenzo dava vita a questo Ramo di vita contemplativa nella nascente sua Congregazione tutta dedita alle opere di Carità. Ma non verranno subito a S. Alberto, ci saranno varie tappe altrove tra cui Montespineto (AL), un luogo ancora oggi a noi tanto caro. Sarà quindi nel 1920 che gli Eremiti arriveranno a S. Alberto senza più lasciarlo. Nel 1923 arriverà Frate Ave Maria, altro miracolo che la provvidenza ha voluto compiere. E questi 100 anni sono stati anni di grandi sacrifici certamente per gli inizi, qui il luogo del tutto inospitale, il freddo che per lunghi mesi abitava queste mura, l’essenzialità in tutto: a noi oggi pare incredibile eppure hanno vissuto così, e poi grazie alla sensibilità di tanti Amici e Benefattori delle varie Istituzioni Civili si è arrivati a godere nuovamente della semplicità e bellezza di questo luogo. Oggi si rimane incantati e poi ancor più meravigliati quando si scopre che è abitato dalla nostra comunità, e noi siamo qui oggi a dare il nostro contributo assieme a voi per le nuove generazioni.
Dove passano i Santi resta il profumo di Dio.
Dove passano i Santi fiorisce l’amore.
Dove passano i santi germoglia ogni cosa bella e utile e grande
Dove passano i Santi vibra misteriosamente un irresistibile fascino, che difficilmente si potrebbe descrivere.
( Mons. Andrea Gemma.)