Nessuno oserebbe inserire don Orione nella serie dei santi contemplativi, eppure era profondamente contemplativo ma di quella contemplazione che lo sospingeva istintivamente all’azione benefica verso i poveri e all’azione ecclesiale per portare alla Chiesa e al Papa i piccoli, i poveri, i più lontani. Contemplazione non vuol dire per lui silenzio, solitudine, ma azione e dinamismo, movimento instancabile in un continuo correre dietro i bisognosi e dietro i peccatori, senza mai staccarsi da Cristo. Tutto di Dio, si dà tutto ai fratelli. Non si possono separare in lui i due aspetti. La fondazione degli Eremiti avvenuta allora il 30 luglio 1899 a Stazzano AL per mano di Mons. Igino Bandi concretizza una dimensione del suo spirito poliedrico. Ai suoi religiosi , i Figli della Divina Provvidenza, chiede di essere “ profondamente contemplativi e attivi, servi di Cristo e dei poveri”. Il suo pensiero non riuscì a concretizzarsi se non in minima parte e con risultati troppo scarsi per costituire una risposta efficace, come l’aveva sperata. Nella persona di Frate Ave Maria, don Orione intuisce che si va delineando e concretizzando la figura ideale dei suoi sogni di contemplazione: egli è un’anima di Dio e costituisce un vero modello di solida virtù in cui tutti gli eremiti di don Orione possono rispecchiarsi.
Riportiamo ora la cronaca di quell’avvenimento: “ I fedeli del pellegrinaggio vogherese, che il 30 luglio 1899 erano saliti al santuario del Sacro Cuore di Stazzano furono spettatori di una cerimonia piuttosto singolare. All’offertorio della S. Messa solenne il Vescovo di Tortona, benediceva e aiutato da un modesto sacerdote ventisettenne, indossava il saio di rozzo panno color cenere ai tre primi Eremiti della Divina Provvidenza. “Ed ecco i nomi di questi primi tre Eremiti della Divina Provvidenza; Carlo Buscaglia che prenderà il nome di fra Colombano, un buon uomo proprietario di una cascina e terreno a Ceregate di Cegni, di molta pietà, libero da famiglia, di oltre 50 anni. Ippolito Cremaschi di anni ventisette fratello di don Giulio Cremaschi di ? che prenderà il nome di fra Gaetano, e Angelo Boccoleri di anni trentasei vedovo con due bambine che affiderà alle Suore della Madre Michel in Alessandria, che prenderà il nome di fra Vincenzo. In quegli anni si svilupparono piccole comunità sparse in particolar modo per L’italia, ricordiamo i centri più importanti: San Corrado di Noto in Sicilia e l’eremo del Monte Soratte nel Lazio.
Attualmente abbiamo due comunità; questa di S. Alberto di Butrio e dal 2003 in Brasile un eremo a Esteves de Valenca Rjo, che porta il nome del Venerabile Frate Ave Maria. E la “ Provvidenza” per questo bellissimo anniversario ci ha fatto dono di una vocazione ed ora ha iniziato il suo cammino formativo per essere poi ammesso nel piccolo – grande solco di questa schiera di cercatori di Dio. Vi ringraziamo per l’affetto e la vicinanza che ci dimostrate, sentiamo che nella Diocesi di Tortona ci volete bene, e la nostra comunità nella sua pur piccolezza in tutto mantiene ancor oggi viva questa gloriosa e a volte faticosa storia ormai millenaria dell’Eremo e Parrocchia di S. Alberto di Butrio.